Differenze tra ex libretto sanitario e certificazione HACCP: cosa è cambiato?

Negli ultimi anni il settore alimentare ha subito importanti trasformazioni normative, soprattutto in termini di sicurezza e igiene. Un cambiamento fondamentale è stato l’abbandono del tradizionale libretto sanitario a favore della più articolata certificazione HACCP. Ma cosa significava avere un libretto sanitario e cosa rappresenta invece l’attestato HACCP? In questo articolo analizziamo le differenze tra i due strumenti, le motivazioni della transizione e cosa deve fare oggi chi lavora o vuole lavorare a contatto con alimenti.

Cos’è il libretto sanitario

Fino a qualche anno fa, chiunque volesse lavorare nel settore della ristorazione o della manipolazione degli alimenti (baristi, camerieri, cuochi, panettieri, addetti alla mensa, ecc.) era obbligato a possedere un libretto sanitario. Si trattava di un documento rilasciato dall’ASL (Azienda Sanitaria Locale) dopo una visita medica e, in alcuni casi, analisi del sangue o delle feci, allo scopo di escludere la presenza di malattie trasmissibili tramite alimenti.

Il libretto sanitario aveva una validità temporale, spesso annuale, e andava rinnovato con controlli periodici. Era quindi un documento sanitario, non formativo, che attestava l’idoneità fisica della persona a lavorare a contatto con gli alimenti.

Perché è stato abolito

Il libretto sanitario è stato definitivamente superato dal Decreto Legislativo 155/1997 (oggi sostituito dal Regolamento CE 852/2004), che ha introdotto in Italia il sistema HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points). Questa transizione è nata da un cambiamento di paradigma: non è più sufficiente verificare lo stato di salute dei lavoratori, ma è fondamentale formarli sui comportamenti da adottare per prevenire contaminazioni e rischi igienici.

In altre parole, la sicurezza alimentare non dipende solo dalla salute fisica dell’operatore, ma soprattutto dalla sua consapevolezza e dalle corrette pratiche igieniche quotidiane.

Cos’è la certificazione HACCP

La certificazione HACCP è un documento che attesta la partecipazione a un corso di formazione sulle norme igienico-sanitarie in ambito alimentare. Non ha nulla a che fare con l’idoneità fisica del lavoratore, ma riguarda piuttosto la sua preparazione teorico-pratica.

Il corso HACCP è obbligatorio per:

  • chi manipola alimenti (cuochi, pasticceri, panettieri…);
  • chi somministra cibi e bevande (camerieri, baristi…);
  • chi opera nella distribuzione alimentare (addetti al banco, alla cassa o al magazzino…).

Durante il corso vengono trattati argomenti come:

  • igiene personale e degli ambienti di lavoro;
  • contaminazioni alimentari (biologiche, chimiche e fisiche);
  • modalità corrette di conservazione e cottura degli alimenti;
  • pulizia e sanificazione di superfici e attrezzature;
  • prevenzione dei pericoli nei punti critici (secondo il metodo HACCP).

La durata del corso varia da regione a regione, così come la frequenza con cui va rinnovato (in genere ogni 2 o 3 anni). Al termine, si ottiene un attestato valido a livello legale che può essere richiesto in fase di assunzione o durante i controlli da parte degli enti sanitari.

Le differenze principali tra libretto sanitario ed HACCP

AspettoEx Libretto SanitarioCertificazione HACCP
NaturaDocumento sanitarioAttestato di formazione
ContenutoEsito di una visita medicaConoscenze e buone pratiche igieniche
ValiditàAnnuale o periodica, con rinnovi mediciDipende dalla regione, in genere 2-3 anni
ObbligatorietàEra obbligatorio per legge (ora abolito)È obbligatorio per chi lavora con alimenti
Rilasciato daASL o medico competenteEnti di formazione accreditati
FinalitàVerificare la salute del lavoratoreFormare il lavoratore sulla sicurezza alimentare

Cosa serve oggi per lavorare nel settore alimentare

Chi oggi vuole intraprendere una carriera nel settore alimentare deve obbligatoriamente frequentare un corso HACCP. Non esistono più i libretti sanitari, e chi ne è ancora in possesso deve sapere che non ha più alcuna validità legale.

È importante anche sapere che, in caso di ispezioni da parte dell’ASL o dei NAS, l’assenza della certificazione HACCP può comportare sanzioni per il titolare dell’attività e per il lavoratore stesso.

Conclusione

Il passaggio dal libretto sanitario alla certificazione HACCP rappresenta un’evoluzione significativa in tema di sicurezza alimentare. Mentre il primo si limitava a constatare l’idoneità fisica del lavoratore, il secondo pone al centro la formazione e la responsabilità individuale nella gestione quotidiana degli alimenti.

Per i professionisti del settore e per i datori di lavoro, essere in regola con l’HACCP significa non solo rispettare la normativa, ma anche garantire un ambiente sicuro, igienico e professionale per i consumatori.